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Fidel: un’altra battaglia, un’altra vittoria

Le grandi battaglie e le vittorie di Fidel conitnueranno ad essre unrifeimento obblibato per ipopolo cubanao . Foto: Korda, Alberto
Le grandi battaglie e le vittorie di Fidel conitnueranno ad essre unrifeimento obblibato per ipopolo cubanao . Foto: Korda, Alberto

Data: 

13/08/2020

Fonte: 

Periódico Granma

Autore: 

A 94 anni, il suo apporto alla scienza e alla vita è un legato del presente e del futuro.

çCi ha abituato a sferrare le battaglie e a vincerle. È sempre stato più avanti, come stratega, di tutte le variabili che si possono presentare in un combattimento. Ha preparato le forze, concepito scenari, studiato iI nemico ed è stato sempre al fronte delle sue truppe.
 
Oggi, dalla monolitica roccia estratta dalle radici della Sierra Maestra, contempla quel che è stato fatto, quello che resta da fare, le imperfezioni e la vittoria.
 
Lui sa e ci aveva avvertito, delle possibili condotte avverse di coloro che nel mezzo di una nuova battaglia approfittano di alcune mancanze di controllo e assumono come proprio il furto, desviano le risorse, rivendono i prodotti come se non fosse importante lo sforzo gigante di dare a tutti quello che abbiamo, molto o poco, ma onestamente ottenuto.
 
Questo è il contesto della grande battaglia che il nostro popolo sta sferrando e la sua direzione, per vincere la pandemia del nuovo coronavirus e fare del più forte combattimento – il recupero economico del paese – un obiettivo raggiungibile se tutti in maniera unita apportiamo il nostro granello nella colossale crociata.
 
Nella lotta contro la COVID-19 non c’è un momento nel quale non ci sia Fidel, il suo consiglio, l’avvertenza, la sua strategia, il suo concetto sulla guerra di tutto il popolo, anche presente, molto presente nella situazione attuale. Perchè l’offensiva di oggi è di tutto il popolo e al fronte c’è Fidel.
 
Dallo stesso Programma della Moncada, prevedeva la formazione delle risorse umane per garantire la salute e l’educazione.
 
Inoltre andò più in là e dai primi mesi dopo il trionfo già organizzava e inviava in Algeria una brigata medica cubana per offrire aiuti a un popolo amico che li necessitava.
 
Era uscito dall’Università de L’Avana come avvocato. Senza dubbio quando si occupava dei programmi di salute che si proponeva di fomentare, dava l’impressione d’essere un medico ben preparato.
 
Lo concepì così e lo mise in pratica. Alcuni, pochi, esempi –molto presenti nello scontro alla COVID-19– lo testimoniano: è stato il creatore del concetto del medico e dell’infermiera della famiglia; era convinto che la scienza doveva costituire una parte della vita
 
quotidiana di questo paese e per quello ideò e diresse la formazione dei poli scientifici.
 
Si tratta di un progetto e di una definizione che non hanno niente a che vedere con i moderni centri creati nei paesi capitalisti, partendo dal concetto della medicina privata per produrre strumenti e anche medicinali per coloro che hanno il denaro per comprarli.
 
Parallelamente, la formazione delle risorse umane per garantire i programmi di salute e l’elaborazione di nuovi e rivoluzionari contenuti che avallano il lavoro dei nostri medici in qualsiasi luogo del mondo, ha costituito parte del pensiero di Fidel, che in non poche occasioni aveva detto che non sarebbero stati mai troppi
 
indipendentemente da quelli che si laureano.
 
Oggi, quando decine di migliaia di loro offrono solidarietà, salute e umanesimo in 60 nazioni, il ringraziamento a Fidel e il riconoscimento a Cuba appaiono nelle più disperse comunità o in gruppi di popolazioni che non conoscono nemmeno la lingua spagnola.
 
Si tratta della nazione che invia i suoi figli ad offrire salute e vita in cambio di niente. Non importano in nessun caso l’affiliazione politica o la fedre religiosa del malato. Sono esseri umani e a loro va indirizzata ogni azione altruista di questo grande esercito di camici bianchi.
 
Fidel ha concepito il Contingente Henry Reeve ed ha indicato la sua importanza di fronte alle pandemie e ai disastri naturali. Poi sono venute le prove difficili che davano ragione al Comandante: terremoti in Paquistan, Haiti e altri paesi; ebola in nazioni dell’Africa sofferente e finalmente la COVID – 19, letale virus che in pochi mesi ha reso vulnerabile un mondo che ha già perso più di mezzo milione dei suoi figli.
 
Se molti non sono morti, se migliaia sono stati restituiti alla vita dopo il contagio, la medicina e la solidarietà cubane hanno contribuito a questa vittoria che si deve anche grazie a Fidel.
 
Senza che Cuba lo chieda e nel mezzo della campagna più feroce contro questi cooperanti da parte del governo di Donald Turmp e dei mercenari che paga, sono molti e di diversi paesi quelli che sollecitano che si assegni loro il Premio Nobel della Pace.
 
Da distinte correnti politiche, varie lingue e differenti culture si sostiene che questi professionisti della salute sono creditori del premio internazionale.
 
Fidel è al fronte di questo contingente medico e a lui va indirizzata la gratitudine di chi riceve la solidarietà cubana.
 
La pandemia della COVID-19 impone un’altra battaglia che Fidel sta vincendo. L’articolazione nazionale contro la malattia, le capacità del paese per evitare saldi fatali di altre terre, risultano dal pensiero del Comandante in Capo, reso realtà, materializzato nella continuità con al fronte il Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel, con la sapiente guida del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, in cui deposita tutta la sicurezza e la fiducia.
 
Questo 13 agosto a 94 anni del Comandante in Capo, dalla roccia monolitica che lo accoglie nella sua Santiago amata, le sue grandi battaglie e le sue vttorie continueranno ad essere riferimenti obbligati per un popolo che per convinzione si è proposto di costruire il suo proprio destino, lo stesso che lui ha tracciato e che difenderemo sempre. ( GM – Granma Int.)
 
Foto: 224982: Le grandi battaglie e le vittorie di Fidel conitnueranno ad essre unrifeimento obblibato per ipopolo cubanao . Foto: Alberto Korda
 
Parole chiave: Fidel, 94 anni, apporto, scienza, vita.