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Le truppe per la vita di Cuba in Venezuela

Sono più di 20.000 i collaboratori cubani che si trovano in Venezuela lottando per la vita e il benessere di questo popolo fraterno. Il 61% sono donne Photo: Omara García (AIN)
Sono più di 20.000 i collaboratori cubani che si trovano in Venezuela lottando per la vita e il benessere di questo popolo fraterno. Il 61% sono donne Photo: Omara García (AIN)

Data: 

06/05/2019

Fonte: 

Periódico Granma

Autore: 

I cubani  sentiamo un vero attaccamento al principio di sovranità, siamo gelosi della nostra indipendenza e non ammetteremo mai che si faccia ad altri quello che non permetteremmo si facesse a noi.

Nei giorni scorsi il mandatario statunitense Donald Trump ha minacciato  Cuba con un blocco totale assieme a misure del più duro livello, mentre  John Bolton ha accusato l’Isola di «controllare» il Governo di Nicolás Maduro.

Questa menzogna si ripete senza una briciola di vergogna da parte delle più alte figure del Governo yankee e Donald Trump ordina a Cuba di ritirare i «20.000 soldati cubani dal Venezuela», e promette anche una  nuova apertura se «togliamo le mani da Caracas».

I cubani  sentiamo un vero attaccamento al principio di sovranità, siamo gelosi della nostra indipendenza e non ammetteremo mai che si faccia ad altri quello che non permetteremmo si facesse a noi.

La nostra bandiera «non è mai stata mercenaria».

Il Venezuela, la terra in cui squillò il clarino, dei bravi soldati di Bolivar, che fece tremare un impero, non necessita qualcuno che salvaguardi il suo onore, valore, la dignità le avanza, e i venezuelani bastano a se stessi.

Tra coloro che amano milita la truppa per la vita che da un confine all’altro della terra del bravo popolo lavora in Venezuela. Loro hanno scelto il lato del dovere.

Nella Repubblica Bolivariana condividono questo impegno migliaia di specialisti in materia di salute, sports, cultura, educazione, comunicazione, agricoltura, alimentazione, industria, scienza, energia e trasporto.

La Rivoluzione Bolivariana ha posto l’essere umano al centro di tutto e per la prima volta milioni di «nessuno» hanno avuto accesso a programmi di protezione sociale di un governo che ha dedicato il 73% degli investimenti del PIL, a beneficio della maggioranza.

Da questa volontà di fare per il bene di tutti, sono nate le missioni sociali create e fomentate da  Chávez.

Fidel ha delineato i principi fondamentali della cooperazione tra i nostri paesi e gli altri, anima e cuore di popolo in rivoluzione , e così sono arrivati i cubani per mettersi in stretta fila assieme ai venezuelani.

I nostri collaboratori della salute sono distribuiti nei 24 Stati e nei 335 municipi del paese. Vivono in tutte le parrocchie, offrono i loro servizi in più di 1550 luoghi di lavoro, condividono la quotidianità con i più umili, in una povera periferia o in quartieri dove vive la classe ricca.

Non si chiede a nessuno qual’è la sua militanza politica o la sua convinzione religiosa, né si chiede denaro: si curano tutti ugualmente.

In Venezuela sono passati 140.000 cooperanti della salute di Cuba,  che hanno realizzato  3.300.000 interventi  chirurgici e hanno salvato  1.470.000 vite.

Attualmente sono circa 20.000.

Si prestano 10.388 servizi di salute e solo in dieci anni sono stati assistiti, per citare solo un esempio di questi servizi , 209.607 pazienti diabetici con l’applicazione del Hebertprot-p, che ha ridotto al 3% i casi d’amputazione dei membri. Queste sono cifre «allarmanti» per coloro che «odiano e distruggono».

Le noste armi sono queste, e le nostre truppe in Venezuela sono queste: quelle che garantiscono  la vita e la pace.
Militiamo nella fazione di coloro che fondano e amano.