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Il genocidio del Governo degli Stati Uniti contro il popolo di Cuba

È stato l’anno in cui nel mese d’aprile e con il mandato d’imporre nuovamente nel nostro emisfero la Dottrina Monroe, l’allora assessore alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Bolton ha dichiarato senza vergogna
 
l’impegno di terminare quello che l’aggressione mercenaria di Playa Girón non riuscì ad ottenere nel 1961, quando fu sbaragliata dal popolo cubano con una solenne vittoria in meno di 72 ore dal suo inizio.
 
L’imperialismo yanquee ha sempre considerato che Cuba le appartiene. Poderosi settori e gruppi d’interesse hanno mostrato in duecento anni una cociuta incapacità d’accettare l’indipendenza del nostro paese e il diritto dei cubani d’esercitare la sovranità, l’auto determinazione e la libertà di decidere un proprio destino. Le attuali generazioni di cubani hanno dovuto affrontare per tutta la vita o la maggior parte di essa le ostilità del Governo statunitense e le privazioni che il blocco economico impone.
 
Il blocco è l’arma più persistente e l’asse portante dell’ostilità contro Cuba dal trionfo della Rivoluzione nel 1959.
 
I suoi obiettivi sono stati definiti precocemente e con chiari propositi di genocidio, come si riflette nell’infame memorandum del 6 aprile del 1960, del
 
vice segretario assistente per i Temi Interamericani del Dipartimento di Stato, Lester D. Mallory, che sosteneva:
 
«…La maggioranza dei cubani appoggia Castro… l’unico modo possibile di togliergli l’appoggio interno è attraverso la delusione e l’insoddisfazione che sorgono dal malessere economico e dalle difficoltà materiali… si devono utilizzare rapidamente tutti i mezzi possibili per debilitare la vita economica di Cuba … una linea d’azione che pur essendo abile e la più discreta possibile, riesca ad ottenere il modo miglior per privare Cuba di denaro e rifornimenti, per ridurre le risorse finanziarie e i salari reali, provocare la fame, la disperazione e la caduta del Governo».
 
Si tratta di un’azione di guerra economica che in sei decenni ha acquisito effetti sempre poù notevoli in tutte le sfere della società ed ha raggiunto un effetto extra territoriale in praticamente tutti gli angoli del pianeta, con un notevole accrescimento nel 2019.
 
Il Governo degli Stati Uniti mente dichiarando ripetutamente che le misure di coercizione economica si dirigono a privare di risorse il Governo e le sue forze armate.
 
Il suo obiettivo è indirizzato contro il popolo di Cuba. Cerca di piegare la volontà politica e patriottica di tutta la nazione per rovesciare il processo rivoluzionario e distruggere i pilastri della società che abbiamo costruito.
 
Il blocco è un’azione genocida contro il nostro popolo secondo il 2º Articolo della Convenzione per la Prevenzione e la Sanzione del Delitto di Genocidio che definisce questo, nel su Inciso B, come «lesione grave dell’integrità fisica o mentale dei membri del gruppo», e C, rispetto alla «sottomissione intenzionale del gruppo a condizioni d’esistenza che provochino la sua distruzione fisica totale o parziale».
 
Vuole la scarsità, le carenze materiali, l’interruzione dei servizi pubblici, pretende di seminare la sfiducia e l’insoddisfazione e responsabilizzare e denigrare la Rivoluzione.
 
Gli Stati Uniti hanno la sfacciataggine di presentare il governo del popolo aggredito come inefficiente nel maneggio delle risorse e colpevole per la pur modesta crescita dell’economia.
 
È importante reiterarlo: il blocco economico è il principale ostacolo allo sviluppo dell’economia cubana e per il pieno godimento dei diritti umani del popolo di Cuba. Non c’è famiglia cubana, nè settore del paese che non siano stati vittime dei suoi effetti.
 
È utile ripassare alcuni dei fatti più notevoli dell’aggressione statunitense.
 
I danni e le arbitrarietà accumulati durante sei decenni raggiungono la cifra di 138 mila 843 milioni di dollari e gli ultimi calcoli dimostrano che dall’aprile del 2018 a marzo del 2019 il blocco ha provocato perdite nell’ordine di
 
4 mila milioni di dollari, ossia 12 milioni di dollari al giorno, come media.
 
Trasformando il blocco in capacità di pagamento, il paese potrebbe disporre di un’importante fonte di finanziamenti per realizzare con maggior dinamismo i programmi e le politiche economiche, sociali e produttive e ottenere ritmi superiori e sostenuti di crescita del Prodotto Interno Lordo in funzione del benessere del popolo.
 
Solo nel 2019, il Governo degli Stati Uniti ha applicato contro Cuba 85 misure aggressive di diverso tipo, delle quali 43 sono misure economiche coercitive indirizzate ad ampliare e rinforzare il blocco,alcune senza precedenti e tutte con l’obiettivo dichiarato d’accrescere le pressioni contro il nostro paese per strappare concessioni politiche.
 
Nell’ambito del commercio estero, le maggiori ripercussioni si apprezzano in entrate non più percepite per le esportazioni che supererebbero i 2 mila 340 milioni di dollari in un anno.
 
Prodotti di nota qualità esportabili e di provata richiesta non si possono commerciare nel mercato statunitense. È il caso dei sigari Habanos e anche del Heberprot-P, un medicinale unico per i pazienti di diabete, di provata efficacia per la rigenerazione dei tessuti, che evita le amputazioni della parte piagata e l’invalidità del malato.
 
Gli Stati Uniti proibiscono l’esportazione a Cuba da qualsiasi paese del mondo di qualsiasi prodotto che contiene il 10% o più di componenti d’origine statunitense, ossia materie prime, parti, pezzi, tecnologia, software o proprietà intellettuale, senza che importi il paese in cui si produce il bene o il servizio o la nazionalità del prodotto, ed è stato imposto un limite significativo addizionale
 
alle possibilità di Cuba d’acquistare beni e servizi di qualsiasi paese del mondo.
 
Questa misura extraterritoriale danneggia i rifornimenti dei beni di consumo, dei macchinari e delle tecnologie necessarie per la produzione delle materie prime che necessitano l’industria e i servizi dai quali dipende il benessere della popolazione, con problemi per i settori più sensibili come la salute, i medicinali, il trasporto e l’alimentazione.
 
Come conseguenza dell’indurimento del blocco finanziario, si è prodotta una forte contrazione nelle possibilità d’accedere a finanziamenti esterni che avrebbero permesso l’acquisto di elementi e materie prime necessarie per l’economia.
 
Questo scenario generale riduce la capacità del paese d’affrontare gli impegni finanziari contratti e questo condiziona a sua volta la disposizione di facilitarci nuove risorse, richieste per la riproduzione dell’economia.
 
La combinazione di queste limitazioni imposte al commercio e alle finanze
 
provoca, per esempio, gravi danni al settore della salute, con limitazioni per
 
l’acquisto di strumenti medici, reagenti e medicinali, tra l’altro.
 
La proibizione imposta alle imprese statunitensi o alle sussidiarie di queste in altri paesi di vendere prodotti a Cuba, rende impossibile l’ottenimento di tecnologie che marcano la differenza tra la vita e la morte.
 
Un cubano con severi problemi cardiaci, per esempio, non può disporre di strumenti d’appoggio ventricolare, un sistema che permette d prolungare la sua vita sino alla realizzazione del trapianto.
 
È impossibile l’accesso a nuovi medicinali per il trattamento del cancro, prodotti solamente da compagnie farmaceutiche statunitensi.
 
Non pochi medicinali che mancano nell’Isola attualmente sono risultato dei limiti per accedere ai finanziamenti e alle compagnie produttrici di materie prime.
 
Ugualmente i limiti per l’acquisto di pezzi di ricambio, materie prime e altri elementi importanti, impediscono di migliorare la disponibilità tecnica nei processi produttivi, industriali e del trasporto e ostacolano e impediscono i passi avanti dei programmi sociali più importanti come quello della casa.
 
Danneggiano anche il settore delle comunicazioni e l’informatica, includendo le telecomunicazioni, costituendo il principale impedimento al flusso
 
dell’informazione e a un miglior accesso a internet, dando difficoltà e rendendo più cara la connessione, condizionando l’accesso alle piattaforme e alle tecnologie.
 
Nel settore del turismo, si sommano le restrizioni addizionali imposte, alle possibilità già limitate di viaggiare a Cuba degli statunitensi. La brutale sospensione dei viaggi delle navi da crociera e le arbitrarie interruzioni dei voli regolari e charters in varie città cubane hanno provocato nel 2019 e provocheranno nel 2020 una diminuzione sensibile del numero di passeggeri provenienti dagli Stati Uniti.
 
Oltre a cercare di porre ostacoli alla conoscenza reciproca e allo scambio tra i due popoli dei due paesi e pregiudicare il contatto e la comunicazione dei cubani con i loro familiari e parenti negli USA, le misure si dirigono a restringere le entrate della sfera dell’ospitalità, con danni diretti al settore statale come al non statale dell’economia.
 
Le conseguenze si riflettono non solo sulle entrate in moneta forte in questo settore, ma producono danni trasversali in tutte le scale della società.
 
Cioè non solo si pregiudicano l’hotel o i servizi affini a questo, ma anche le entità che producono i beni e servizi statali, cooperativi o privati.
 
La decisione senza precedenti di permettere che si presentino denunce nei tribunali degli Stati Uniti, utilizzando il III Titolo della Legge Helms-Burto con domande presentate contro entità cubane o contro entità statunitensi e di terzi paesi coinvolti commercialmente con Cuba, ha il fine di spaventare gli investitori stranieri a Cuba e minacciare potenziali soci in diversi affari commerciali o d’investimento.   
 
Non è possibile calcolare il danno economico attuale e futuro di questa misura,
 
ma senza dubbio è una sfida significativa per il nostro paese, per l’obiettivo strategico d’attrarre capitali stranieri e tecnologie che ogni paese in via di sviluppo necessita per la sua crescita economica.
 
Varie opportunità d’investimento straniero sono state frustrate in settori tanto delicati come la produzione di alimenti e le infrastrutture di comunicazione e trasporto, e quelle che avrebbero permesso di offrire una miglior offerta di beni e servizi alla popolazione.
 
Le misure d’aggressione non convenzionali e senza precedenti nella pratica internazionale, indirizzate a privare Cuba del rifornimento di combustibile hanno provocato situazioni complesse all’estremo, che colpiscono la vita quotidiana del cittadino comune e di tutta l’economia.
 
Per esempio, su cento cubani che ogni giorno necessitano un trasporto, almeno 30 non possono usare questo servizio per mancanza di combustibile e questo significa che sono 200 milioni di passeggeri in un anno.
 
La situazione del trasporto delle merci per l’offerta nella rete dei negozi al minuto e di altri servizi, è una delle cause che provocano scarsità in settori molto richiesti dalla popolazione, anche se sono disponibili in diversi punti d’imbarco fuori e dentro il paese.
 
La generazione di elettricità e la disponibilità di gas sono state limitate.
 
Per diminuire al minimo possibile il peso sulla popolazione sono state paralizzate attività produttive vitali per l’economia e sono stati danneggiati anche molti lavoratori per via delle interruzioni del lavoro che hanno effetto sulle entrate personali.
 
A tutto questo si aggiunge l’infame campagna di discredito contro la cooperazione internazionale di Cuba nell’area dei servizi di salute.
 
Questa crociata persegue , nel fondo, di privare Cuba delle legittime entrate che riceve per l’esportazione di questi servizi il cui destino grazie allo sforzo e la preparazione di decine di migliaia di professionisti e tecnici è suffragare una parte del sistema nazionale di salute e della cooperazione altruista che si offre a un numero importante di paesi in via di sviluppo meno avanzati.
 
Gli Stati Uniti usano la menzogna, le minacce e i ricatti per ricattare i governi sovrani che hanno firmato genuini accordi bilaterali di cooperazione con Cuba,
 
per portare alle popolazioni più necessitate nei loro paesi l’assistenza che permette di salvare vite, curare malattie, combattere le epidemie e ottenere una vita più sana.
 
Con il suo comportamento, il Governo degli USA cerca di privare milioni di persone del godimento di un diritto umano fondamentale.
 
Per il suo carattere illegale e immorale, il blocco economico degli Stati Uniti contro Cuba riceve ogni anno la condanna quasi unanime della comunità internazionale nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
 
È una política che serve gli interessi elettorali e opportunisti dell’attuale Presidente di questo paese, e dei gruppi dell’estrema destra cubano-americana  che per decenni hanno lucrato economicamente e politicamente con l’affare
 
dell’aggressione a Cuba. Non conta con l’appoggio della maggioranza del popolo statunitense, nè della maggior parte dei cubani che vivono lì.
 
Nonostante il suo peso indiscutibile sulle potenzialità di sviluppo e sul benessere di Cuba, con il danno alla vita quotidiana e alle aspirazioni di prosperità di varie generazioni di cubani, il blocco rappresenta un evidente fallimento per la pretesa imperialista di piegare la volontà dei cubani e di distruggere i pilastri costruiti dalla Rivoluzione socialista nell’Isola.
 
Non si può nascondere o diminuire la valentia della Rivoluzione che, nonostante queste aggressioni, ha saputo mantenere la sua vocazione di giustizia, e si sforza di costruire un futuro di benessere materiale e spirituale per tutti i suoi cittadini.
 
Solo la giusta guida di Fidel e Raúl, e della generazione dei leaders storici che li hanno accompagnati, l’eroismo, la resistenza, il sacrificio e l’unità del popolo attorno a loro e al Partito d’avanguardia, la capacità mostrata nel difesa della Rivoluzione e del socialismo hanno fatto il miracolo che esistiamo e lottiamo oggi per un futuro di prosperità e per continuare ad andare avanti realizzando tutta la giustizia.
 
Ogni cubano deve conoscere questa realtà ed avere la capacità d’identificare il suo nemico storico, perchè «dobbiamo avanzare uniti in un quadrato stretto come l’argento alle radici delle Ande», come disse José Martí.
 
Dobbiamo ricordare la frase detta dal leader storico della Rivoluzione Fidel Castro Ruz, nel 2002 in allusione al Presidente di turno negli Stati Uniti: «Il blocco criminale, che promettete d’indurire moltiplica l’onore e la gloria del nostro popolo, contro il quale si scateneranno i suoi piani di genocidio. Ve lo assicuro».
 
Niente ci fermerà. Como sempre, vinceremo.

Fonte: 

Periódico Granma

Data: 

05/02/2020