Discorsi

DISCORSO PRONUNCIATO DAL COMANDANTE IN CAPO FIDEL CASTRO RUZ A CITTÀ LIBERTÀ, IL 31 DICEMBRE 1960

Data: 

31/12/1960

Illustri visitatori che c'accompagnano questa notte;

Maestri e maestre;

Compagni e compagne:

La Rivoluzione comincia oggi il suo terzo anno. Felicemente, noi cubani potremo continuare a contare gli anni della Rivoluzione sul calendario; felicemente un 1º Gennaio arrivò al potere la Rivoluzione. E questo terzo anno è “l'Anno dell'Educazione” (APPLAUSI).

Per noi uomini che due anni fa vedemmo culminare una tappa di lotta per cominciare una tappa di lavoro, è realmente emozionante poterci riunire qui, questa notte, con 10 000 maestri (APPLAUSI), ed aspettare “l'Anno dell'Educazione” con 10 000 maestri. Ed aspettarlo, proprio qui, qui, dove per tanti anni imperò la forza che mantenne l'ingiustizia ed il crimine; qui, precisamente, davanti al Ministero dell'Educazione che era per il nostro paese, prima, non l'edificio dell'educazione, bensì quello dell'oppressione.

Quell'edificio era il “Pentagono” della tirannia (ESCLAMAZIONI), e questo accampamento era l'accampamento della base della tirannia, e fu sempre un anelito del popolo, fu sempre un sogno del popolo, come tanti sogni che ha avuto il popolo e che poi ha visto compiuti, era un sogno: convertire, uno di questi giorni, questo accampamento in una gran scuola, ed era un sogno di tutti noi.

Nessun luogo è più rappresentativo e simbolico per aspettare “l'Anno dell'Educazione” che questo accampamento, convertito nel Ministero dell'Educazione, Città Scolastica (APPLAUSI), residenza di numerosi borsisti universitari (APPLAUSI); e che arriverà ad essere un gran centro di investigazioni pedagogiche.

Delle opere della Rivoluzione, poche sono tanto emozionanti come questa, poche sono tanto straordinariamente spirituali come questa, perché, senza questa, che è la prima pietra, non potrebbe edificarsi tutto il resto. Accampamenti convertiti in scuole, cioè, oppressione convertita in educazione, forza convertita in persuasione ed in ragione; matite dove c'erano baionette, libri dove c'erano trattati militari; ci sono già 40 000 bambini, in questo momento, studiando in antichi accampamenti militari, e già non rimane una sola delle grandi fortezze militari del paese che non sia stata convertita in centro scolastico (APPLAUSI).

Ma, era sufficiente per considerarci soddisfatti? No. La Rivoluzione, arrivando al potere, trovò 22 000 maestri e circa un milione di bambini che ancora non avevano scuole né maestri. Ed oggi, in questo momento, il nostro paese conta con 33 000 maestri (APPLAUSI); cioè la Rivoluzione aumentò, in soli due anni, il 30% dei maestri che si erano ottenuti in 50 anni, mi sbaglio, in 58 anni. E non rimane oggi una sola regione di Cuba senza maestri.

Quante volte abbiamo richiesto i maestri!, ed è stato tanto semplice dare maestri al popolo. Era difficile risolvere il problema nelle montagne, ed abbiamo chiesto al popolo per ottenere volontari che fossero disposti ad educare negli angoli più appartati del paese, ed accorsero in massa studenti per offrirsi, ed adesso, in questo momento, c'è un maestro in ognuno degli angoli più appartati del paese (APPLAUSI). Ed è la nostra patria il primo paese d'America che compie, al 100%, le sue necessità scolastiche. L'abbiamo ottenuto in due anni di Rivoluzione.

Ed un organismo internazionale che si è dedicato allo studio ed alla ricerca di soluzioni per questo problema in America Latina considerò —questo organismo delle Nazioni Unite—che si poteva fare un programma per risolvere il problema in vari anni, in più di 10 anni, e contemplava la possibilità che per l'anno 1970 —più che la possibilità, l'aspirazione—si soddisfacessero tutte le necessità scolastiche nei paesi dell'America Latina. E diciamo che questa è una possibilità, semplicemente, un'aspirazione, aspirazione che noi abbiamo realizzato in soli due anni, cioè che abbiamo risparmiato otto anni rispetto a quello che si considerava un gran programma di soluzione dei problemi dell'educazione in questo continente. E la possibilità che anche si risolvano i problemi in tutta l'America e che, perfino, si risolvano prima del 1970, che si risolvano in due anni come abbiamo fatto noi, dipenderà che anche in tutta l'America ci sia una Rivoluzione capace di realizzare l'opera che abbiamo fatto qui (APPLAUSI).

Ed a quei governanti sottomessi che hanno rotto i contatti diplomatici con noi, a quei governanti sottomessi che ci vogliono proscrivere da questo continente, oggi, 1º Gennaio, inizio del terzo anno della Rivoluzione a Cuba, “l'Anno dell'Educazione”, domandiamo loro: quando invieranno maestri ai loro popoli? Quando invieranno maestri —in Perù, per esempio—perfino nei più appartati angoli delle montagne?

Oggi, a quelli che tradendoci hanno rotto i contatti diplomatici col nostro paese eseguendo ordini del Pentagono yankee (ESCLAMAZIONI DI: “Fuori!”), noi vogliamo farvi una sola domanda, potremmo farvi mille domande, ma oggi ne facciamo solo una, ed è sufficiente: in che anno l'aristocrazia rancida, che sfrutta quel paese, la combriccola politicastra e militare che sfrutta quel paese, soddisferà tutte le necessità dell'educazione? Che non ci dica le ragioni perché ha rotto i contatti diplomatici con noi. Che ci dica: quando farà, per l'educazione del popolo peruviano, quello che abbiamo fatto noi per il popolo cubano?; Perché anche in Perù ci sono milioni di bambini senza maestri, anche in Perù aspettano il giorno in cui i governanti possano annunciare al popolo quello che noi, in soli due anni, abbiamo annunciato questa notte. Ed, inoltre, affermare qui che è completamente impossibile che governanti lacchè, sfruttatori e venduti, che è impossibile che nessuna oligarchia sfruttatrice possa, né in due anni, né in un secolo, risolvere questo problema né nessun altro problema, perché, in definitiva, da quando le ultime battaglie combattute da Bolivar hanno iniziato l'indipendenza dell'America, è trascorso quasi un secolo e mezzo, ed in un secolo e mezzo le oligarchie sfruttatrici, le combriccole politicastre e le combriccole sanguinarie dei militari, in un secolo e mezzo non hanno potuto fare quello che la Rivoluzione Cubana ha fatto in due anni (APPLAUSI).

Rompano i contatti diplomatici con noi, non ci importa! Il popolo reclamerà, in qualche momento, i conti! (APPLAUSI.) Rompano i contatti diplomatici con noi, non importa!; i popoli, presto o tardi, riusciranno a realizzare in due anni quello che il privilegio e lo sfruttamento non ha potuto fare in un secolo e mezzo.

E non stiamo parlando solo dell'educazione. Ci siamo accontentati, per caso, con portare un maestro ad ogni angolo del nostro paese? No. C'erano centinaia di migliaia di analfabeti adulti che non erano in situazione di ricevere i benefici dei bambini; ed il Governo Rivoluzionario, col popolo, si è proposto una meta ancora più ambiziosa: la meta di sradicare, totalmente, l'analfabetismo in solo un anno (APPLAUSI).

E perché ci siamo proposti di sradicare l'analfabetismo solamente in un anno? Perché la Rivoluzione, la Rivoluzione realizza il suo lavoro in fretta; la Rivoluzione lavora rapidamente ed avanza rapidamente. Per questo motivo ci basta un anno, perché solo le rivoluzioni sono capaci di realizzare queste opere. E così, quando abbiamo compiuto il programma di sradicare l'analfabetismo in un anno, potremo proclamare, incominciando il quarto anno della Rivoluzione, che la Rivoluzione Cubana ha realizzato, in un anno, quello che il privilegio e le oligarchie sfruttatrici non hanno potuto realizzare in America in un secolo e mezzo (APPLAUSI).

Ci siamo posti questo proposito e lo compieremo. Siamo sicuri che lo compieremo, siamo sicuri che potremo proclamare, davanti al mondo, che non rimane una sola persona che non sappia leggere o scrivere nel nostro paese (APPLAUSI). E contiamo su di voi per tutto ciò, coi maestri in primo luogo, e con tutto il popolo; e se gli sforzi che si sono realizzati già nell'organizzazione di quella campagna non fossero sufficienti, mobiliteremo ancora più risorse ed ancora più sforzi. E, se il numero di maestri e di persone che stanno già alfabetizzando non fosse sufficiente, allora anticiperemo il termine del corso scolastico e mobiliteremo d'ora in poi tutti gli studenti dal sesto grado (APPLAUSI). E dal mese di maggio fino al 31 dicembre, come abbiamo organizzato e mobilitato le milizie, organizzeremo l'esercito degli educatori e l'invieremo a tutti gli angoli del paese, in modo che, se ogni analfabeta necessita un maestro, daremo un maestro ad ogni analfabeta! (APPLAUSI); e già si sta realizzando la stampa di 2 milioni di manuali di alfabetizzazione.

Per questo motivo, abbiamo la sicurezza che la Rivoluzione compierà anche questo proposito, come compierà tutti i suoi propositi. Di questo tratteremo questa notte, per questo motivo ci riuniamo questa notte, questo è il nostro proposito: parlare qui di educazione, di alfabetizzazione, di maestri, di libri e di matite. Per questo ci siamo riuniti questa notte, e la Rivoluzione lavora solo per scopi come questi; ed opere come questa, sono gli unici propositi della Rivoluzione, opere come questa, costituiscono la nostra “colpa.”

Avremmo voluto celebrare questo anniversario con la compagnia di 1 000 illustri e pregiati rappresentanti di tutto il mondo (APPLAUSI) e con 10 000 maestri, e commemorare anche con la gran sfilata del giorno 2, la liberazione del nostro paese. Tuttavia, il nostro desiderio di parlare oggi di educazione, e solo di educazione, si vede o si vedrà incompiuto, per la necessità di trattare anche altre questioni.

Abbiamo portato a termine questa riunione e questa festa in un momento di gran tensione e di gran pericolo. E così, che contrasto quello di questa notte!, che contrasto, che segnala due grandi sforzi della patria, due grandi aspirazioni della patria. Il contrasto tra questa festa di maestri e la mobilitazione delle milizie e delle Forze Armate Rivoluzionarie (APPLAUSI) che ci ha portato a realizzare questo sforzo nella difesa dell'integrità nazionale.

 

E così, in questi momenti, proprio intorno alla capitale e nella capitale, ci sono decine di migliaia di uomini con le armi in mano, nelle loro trincee! (APPLAUSI) ed allerta! (GRIDA DI: "Vinceremo!" "Vinceremo!") Decine di migliaia di uomini sono in posizioni strategiche ed in guardia affinché la nostra patria non possa correre il rischio di un attacco a sorpresa, di un golpe insidioso dell'imperialismo, perché c'è differenza tra un'aggressione di fronte, tra un attacco al paese che sorprende i combattenti a casa, ed un attacco che avviene quando sono nelle loro trincee, c'è una differenza da 1 a 100, da 1 a 1000, o da 1 all'infinito, tra essere in grado di realizzare un proposito criminale e semplicemente non essere in grado di realizzarlo. E non vogliamo che la storia ci rimproveri, o che ci possa rimproverare, che di fronte a ragioni potenti ci siamo lasciati sorprendere.

 

Ed è per questo che, nello stesso minuto in cui abbiamo avuto la certezza del pericolo, abbiamo messo in moto l'intera forza del popolo su tutto il territorio nazionale (APPLAUSI). Ed in riscontro che i popoli che combattono per la loro liberazione non possono mai essere distratti, in riscontro che i popoli che lottano per una grande aspirazione e per un'aspirazione molto giusta, non possono illudersi, quando l'ambiente era più calmo, quando il panorama sembrava più calmo e pacifico, in realtà eravamo ancora più vicini al pericolo. E quel pericolo obbedisce a quella legge che gli sfruttatori dei popoli vogliono imporre al mondo, a quella legge che gli hanno imposto nel corso della storia: l'uso della forza e del potere per sottomettere i popoli, specialmente se sono piccoli popoli, l'uso del potere e della forza per mantenere lo sfruttamento sul nostro paese e mantenerlo su tutta l'America.

 

Il risentimento dell'imperialismo è così profondo, l'odio contro la nostra giusta Rivoluzione è così grande, che non vogliono rassegnarsi a smettere di sferrare il golpe criminale contro il nostro paese, e specialmente in questo momento in cui un periodo si sta concludendo negli Stati Uniti, e sta per avvenire un cambio di governo, questa amministrazione che ha portato gli Stati Uniti alle più grandi sconfitte, che ha condotto gli Stati Uniti su una strada di errori, che gli ha fatto guadagnare l'antipatia della stragrande maggioranza del mondo, non verso il popolo statunitense, ma che vede tristemente come la nazione sia stata condotta e governata verso i peggiori pericoli per l'umanità, come l'hanno gradualmente avvicinata ai tremendi rischi della guerra, con una politica sempre più vorace, più aggressiva e più goffa, che se si volesse solo un indizio, basti dire che uno dei più importanti ufficiali dell'esercito nazista è oggi uno dei principali leader dell'esercito della NATO, basti dire che gli ufficiali nazisti, che hanno invaso più di una dozzina di città in Europa, sono oggi i capi militari della NATO, pungolati dall'imperialismo, che in questo modo ha tradito, così miseramente, le centinaia di migliaia di vite statunitensi cadute combattendo contro il fascismo e contro il nazismo (APPLAUSI).

 

Basterebbe solo questo, ed anche questa domanda, perché per far emergere cause malvagie è sufficiente solo una domanda, e potremmo chiedere al governo degli Stati Uniti: dove sono finiti i principi in nome dei quali tanti statunitensi hanno dato la loro vita combattendo contro quegli stessi ufficiali nazisti, tanto che oggi è il governo degli Stati Uniti a metterli come leader, non solo dei tedeschi, ma addirittura a metterli come comandanti dei soldati statunitensi? (APPLAUSI.) Come potremmo chiedere al governo francese: dove è finita la dignità della Francia, dopo aver acconsentito che quegli ufficiali nazisti che un giorno invasero il suo territorio, uccisero milioni di francesi e la fecero vivere in una terribile oppressione, durante diversi anni, che sono stati come se fossero secoli per la Francia? Questi stessi ufficiali oggi hanno fondato basi militari nel territorio nazionale francese.

 

Perché i popoli capiscano, per smascherare le cause malvagie, basta una sola domanda; e potevano fare mille domande, per smascherarle non una, ma mille volte. Le cause malvagie non hanno nessuna difesa possibile, ed è per questo che ricorrono all'aggressività ed alla forza. E questo è semplicemente il nostro caso: la causa malvagia dell'imperialismo, la causa malvagia di quel governo imperialista lo porta ad approfittare dei suoi ultimi giorni in carica per forgiare un'aggressione codarda e criminale contro il nostro paese.

 

Molti si erano posti questa domanda: Eisenhower nei suoi ultimi giorni e prima di cedere il governo, cioè l'imperialismo, prima del cambio di amministrazione, non potrebbe decidersi di toglierci di mezzo e presentarsi col fatto compiuto, approfittando della situazione, in modo che la nuova amministrazione possa scaricare la responsabilità sulla vecchia amministrazione, che sta per concludersi?.

 

E così, negli ultimi giorni di dicembre, ci sono pervenute informazioni da una fonte molto veritiera, informandoci che il Servizio Centrale di Intelligenza, guidato da Allen Dulles (GRIDA DI: "Fuori!"), aveva forgiato un piano per provocare il nostro paese, cioè aveva forgiato un piano per creare un incidente fittizio, rendere praticabile un incidente nel nostro territorio o vicino alle nostre coste - ascoltate bene: un incidente nel nostro territorio o vicino alle nostre coste -, inventare l'incidente, propiziarlo, e comunque attuare il piano che consisteva nell'utilizzare questo incidente provocato per propiziare un intervento militare delle forze imperialiste nel territorio nazionale.

 

La notizia ed i dati ci preoccupavano seriamente, al punto che il Governo Rivoluzionario ha deciso di inviare il Ministro degli Esteri Raúl Roa, con molta urgenza (APPLAUSI), alle Nazioni Unite per denunciare il piano ed allertare l'opinione pubblica mondiale che negli ultimi diciotto giorni di mandato dell'attuale amministrazione, gli Stati Uniti avevano già deciso di portare avanti la provocazione e compiere l'aggressione.

 

E dopo quelle informazioni del governo rivoluzionario, iniziarono a comparire nuove avvisaglie, nuovi segni che il piano sarebbe stato praticamente attuato. Avevano ideato l'incidente provocatorio, ma poiché consideravano la necessità di preparare preventivamente il terreno in America Latina, poiché consideravano la necessità di cercare la collaborazione dei governi, di alcuni governi latinoamericani, e per preparare quelle condizioni non era possibile parlare di un incidente futuro, tuttavia, dovevano dire qualcosa ai governi dell'America Latina per prepararli, per indurli a determinate azioni contro di noi, e dal momento che non potevano dire loro che stava per accadere un incidente, un incidente che naturalmente avevano programmato e dovevano dir loro qualcos'altro, senza scrupoli di nessun genere, ricorsero ad una bugia assurda; che è una beffa spudorata che hanno detto agli stessi governi fantoccio dell'America Latina, perché non dicono loro nemmeno la verità, perché hanno cercato di preparare le condizioni anche con le bugie. Ed una volta che le condizioni sono state preparate e l'approvazione di quei governi raggiunta, avrebbero proceduto a fabbricare l'incidente ed a portare a termine l'aggressione.

 

Ma cosa è successo? È che li abbiamo sorpresi al volo; li abbiamo sorpresi "in flagrante" ed alla metà del camino abbiamo potuto renderci conto del piano e delle intenzioni e fermarli.

 

Qual è stata la prima indicazione, oltre alle informazioni veritiere, che già da qualche giorno conoscevamo? Quell'indizio, che è venuto a dimostrare chiaramente che stava succedendo qualcosa di serio, era un cablogramma dall'Uruguay che ieri ha comunicato quanto segue:

 

"Montevideo 30. Il governo degli Stati Uniti ha informato i governi latinoamericani che interverrà militarmente contro Cuba 'per impedire che 17 rampe da lancio di missili russi' vengano installate sull'isola", secondo quanto afferma il quotidiano El Diario.

 

“Secondo il quotidiano, il governo uruguaiano è venuto ufficialmente a conoscenza della decisione di Washington, attraverso un rapporto che gli Stati Uniti hanno inviato personalmente, tramite l'ambasciatore uruguaiano presso Washington e presso l'OSA, Carlos Clulow, recentemente arrivato qui in licenza.

 

“Il giornale dice che si calcola che questo rapporto riservato sia stato reso noto anche ai governi del resto dell'America Latina, in modo che nessuno rimarrà sorpreso, così che nessuno sarà sorpreso dall'atteggiamento degli Stati Uniti verso Cuba.

 

L'informazione pubblicata dal suddetto quotidiano afferma che "il rapporto rende noto che per il momento la costruzione delle rampe è stata interrotta", ma che "l'intervento degli Stati Uniti sarà efficace se tale costruzione proseguirà".

 

"Nel rapporto che gli Stati Uniti hanno inviato a tutti i governi latinoamericani, si accusa Cuba di 'fomentare' tutti i movimenti popolari che stanno nascendo in tutta l'America".

 

Contemporaneamente, è stato annunciato, lo stesso giorno, senza il minimo problema, od anche la minima lamentela, che il governo del Perù sta interrompendo i rapporti diplomatici con il governo di Cuba. E da un'altra fonte si sapeva dei rapporti che gli Stati Uniti avevano inviato a quei governi; ma ieri è stato un cablogramma che rifletteva le informazioni di un quotidiano, era un cablogramma di Prensa Latina, che non è proprio al servizio dell'imperialismo, che ha lanciato l'avvertimento. (APPLAUSI).

 

Tuttavia, oggi - non in un'informazione di Prensa Latina, ma in un'informazione di AP - si legge:

 

"Il ministro degli Esteri uruguaiano, Homero Martínez Montero, oggi ha rifiutato di confermare o smentire i rapporti attribuiti all'ambasciatore del suo paese presso Washington secondo cui 'l'Unione Sovietica sta installando a Cuba basi per missili guidati'.

 

“L'ambasciatore Carlos Clulow ha incontrato ieri, a porte chiuse, il Consiglio Nazionale del Governo.

 

“I giornali del mattino, citando una fonte altamente attendibile, affermavano che Clulow aveva saputo a Washington che a Cuba erano stati installati missili nucleari diretti contro gli Stati Uniti.

 

“Queste fonti hanno sottolineato che il consiglio era visibilmente allarmato dal rapporto. Si diceva che Clulow avesse ottenuto le informazioni da circoli la cui onestà è al di sopra di ogni sospetto ".

 

Ed un altro cablogramma: "Il ministro degli Esteri Martínez Montero ..." - cioè il ministro degli Esteri dell'Uruguay - "ha ammesso che Clulow aveva presentato un ampio rapporto al Consiglio Esecutivo. Il Consiglio ", ha aggiunto," ha considerato che il rapporto fosse di natura riservata. Non credo che in tali circostanze possa dire altro".

 

In altre parole, il ministro degli Esteri uruguaiano dichiara ufficialmente che il rapporto reso dall'ambasciatore uruguaiano presso l'OSA era di natura riservata e che in tali circostanze non poteva dichiarare di più. Ma quello che non ha detto è stato detto dai giornali, perché, evidentemente, la comunicazione inviata da Washington ha prodotto un "trambusto" all'interno dei nove membri del Consiglio di Governo uruguaiano e, naturalmente, i diversi giornali relazionati a questi diversi funzionari politici, funzionari e leader politici, hanno divulgato il contenuto delle informazioni.

 

E così il cablogramma di AP continua:

 

"Il solito ben informato El País", dice l'AP, "afferma che i materiali stanno arrivando a Cuba per costruire piattaforme di lancio destinate a missili con testate atomiche.

 

“Il giornale ha aggiunto:“ Così vicini alle grandi città degli Stati Uniti, questi missili costituiscono un rischio enorme; se questi fatti potranno essere confermati, l'ammirevole calma dimostrata dal governo degli Stati Uniti svanirà; le azioni per respingere tali piani aggressivi saranno intraprese immediatamente".

 

"Il quotidiano cattolico El Bien Público", prosegue il cablogramma di AP, "ha citato fonti autorizzate, affermando che Clulow, nello specifico, ha accusato i russi di aver installato le basi missilistiche per lanciare, alla fine, un'aggressione armata contro gli Stati Uniti."

 

E questo era già un cablogramma dell'AP con le versioni di tutti i giornali, che spiegava il contenuto del rapporto inviato da Washington. E il contenuto del rapporto inviato al governo dell'Uruguay ed inviato agli altri governi è semplicemente che a Cuba si stanno costruendo 17 rampe di missili atomici. E, naturalmente, la conclusione: che se si costruissero rampe di missili atomici, beh, semplicemente, "le azioni per respingere tali piani aggressivi saranno prese immediatamente".

 

In altre parole, il piano di aggressione è stato forgiato attraverso un incidente provocato - ed abbiamo preso tutte le misure possibili per evitare il minimo attrito che il piano di provocazione può apportare - mentre decidono un'azione ed il Servizio Centrale di Intelligenza la pianifica, come devono preparare le condizioni con i governi dell'America Latina ed ottenere la loro previa approvazione, non possono parlare loro di un incidente, perché potrebbero chiedere loro come sanno che sta per accadere un incidente. E allora cosa dicono? Lanciano la versione più macabra, più assurda e ridicola, inventano senza nessuno scrupolo una grande bugia; ed i governi, con una beffa enorme, sono informati così, molto seriamente, e gli ambasciatori viaggiano da Washington all'Uruguay, e riuniscono urgentemente il Consiglio di Governo per comunicare la grande notizia che si stanno costruendo rampe a Cuba e che, di conseguenza, di fronte a questi piani aggressivi, il governo degli Stati Uniti aveva deciso di intervenire contro Cuba.

 

Cioè, con una bugia di quell'indole, sorprendendo quei governi, predisposti a lasciarsi sorprendere, con quella bomba che lanciano lì, ottengono logicamente quello che ottennero in Perù, quello che otterranno, possibilmente in Uruguay e quello che otterranno in una gran parte di governi dell'America Latina: l'approvazione per l'intervento, e come dice questo cablogramma, “affinché nessuno si sorprenda per l'atteggiamento degli Stati Uniti contro Cuba.”

Erano fatti troppo evidenti che, uniti alle relazioni che aveva già il Governo Rivoluzionario, erano l'indizio chiaro che era già in funzione il piano, perché improvvisamente, un 31 od un 30 dicembre, quando, in generale, non si riuniscono i funzionari; quando, in generale, sono in ferie; quando, in generale, neanche si prendono misure, sorprendentemente si riuniscono in sessioni urgenti, si riuniscono i Consigli dei Ministri, prendono accordi di rottura diplomatica; cioè, azioni di natura straordinaria, precisamente negli ultimi giorni di dicembre, mentre noi avevamo notizie dei piani di provocazione e di aggressione nei primi giorni di gennaio.

E davanti a questo, che cosa ha fatto il Governo Rivoluzionario? In primo luogo, inviare il suo Cancelliere all'ONU per allertare l'opinione pubblica mondiale; in secondo luogo, allertare il popolo e, simultaneamente, cioè, immediatamente, mobilitare le forze rivoluzionarie affinché, in ogni caso, non sorprendano nessun combattente in casa sua. Perché noi siamo coscienti che nell'apprezzamento del governo imperialista c'è un gran errore di considerazione, e questi errori di stima sono quelli che hanno condotto, non una sola volta, bensì molte volte, determinati governi a realizzare azioni disastrose. Siamo sicuri che c'è un errore di apprezzamento, siamo sicuri che credono, gli imperialisti, che l'intervento a Cuba sia una specie di week-end; gli imperialisti credono, con sicurezza, che è un compito di poche ore, e che possono presentarsi, al mondo, con i fatti consumati. Noi siamo sicuri che qualche considerazione molto sbagliata sta servendo da base a questi piani.

Che cosa abbiamo fatto, allora? Denunciare al mondo il piano imperialista, allertare il mondo sul pericolo che sta correndo il nostro paese in questi ultimi 18 giorni dell'amministrazione attuale del governo imperialista e, contemporaneamente, preparare il popolo, mobilitare il popolo ed adottare quelle misure che possano contribuire a persuadere gli imperialisti che non sarà una passeggiata militare, che non sarà un week-end (APPLAUSI), persuadere gli imperialisti che si sbagliano.

Stiamo facendo un grande sforzo per evitare che l'aggressione si consumi, ed una parte dello sforzo è rendere difficile l'aggressione; una parte dello sforzo è prendere quante misure siano possibili, affinché si persuadano che stanno commettendo un grande errore di considerazione e che se vogliono invaderci, per invaderci e per distruggere la resistenza, che in nessun modo potrebbero distruggerla in poche ore, e che non potranno mai distruggerla, perché finché rimane un uomo od una donna con dignità in questo paese (APPLAUSI) ci sarà resistenza; affinché si convincano che con qualche migliaia di paracadutisti e con qualche nave non occuperanno mai la capitale della Repubblica (ESCLAMAZIONI DI: “Mai!”), né occuperanno la capitale di Oriente (ESCLAMAZIONI DI: “Mai!”), né occuperanno le città principali di Cuba; perché per attaccare le posizioni che difendono la capitale dovrebbero usare forze molto più numerose di quelle che, possibilmente, abbiano calcolato, perché per tentare un attacco bisogna riunire un numero grande di militari; e costerebbe loro molto più lavoro mettere un piede nei territori che circondano la nostra capitale, costerebbe loro molto più lavoro che quello che costò loro sbarcare in Normandia od ad Okinawa (APPLAUSI).

Questa è una delle cose che abbiamo fatto: rendere difficile l'aggressione, e per questo abbiamo lavorato intensamente; e per quel motivo, in questi momenti, la nostra capitale ed i punti fondamentali del nostro paese possono sentirsi difesi; e la nostra cittadinanza fidarsi delle decine e decine di migliaia di uomini che stanno ai loro posti in questo momento (APPLAUSI).

Noi siamo obbligati a difendere, fino all'ultima goccia della nostra energia, quello che stiamo facendo (APPLAUSI). Vogliono distruggere l'opera della Rivoluzione e vogliono distruggere l'esempio della Rivoluzione. E così, il popolo che riunisce i suoi maestri, il popolo che ha offerto maestri a tutti i bambini del paese in due anni, il popolo che si prepara ad aspettare il nuovo anno con un formidabile piano per sradicare l'incultura, il popolo che si riunisce per portare la luce ai tutti i suoi figli, mentre il popolo forgia i suoi piani, i nemici dei popoli forgiano i loro; e mentre noi lavoriamo per fare luce, loro lavorano per sommergerci nell'oscurità, nella schiavitù e nel sottosviluppo.

Questi sono i grandi contrasti che c'obbligano a mettere sul chi va la tutte le nostre forze per compiere i nostri obiettivi, e per non abbandonare un solo piano. E così, neanche queste circostanze hanno potuto far sospendere questo incontro; e neanche queste circostanze ci hanno obbligato a non ricevere “l'Anno dell'Educazione”; neanche queste circostanze hanno ostacolato, né ostacoleranno, la riunione dei 10 000 maestri. Quelle decine di migliaia di uomini sono nei loro posti affinché tutte le opere della Rivoluzione —e questa non è altro che una delle tante opere della Rivoluzione—si portino avanti. E le porteremo; e non potranno ostacolarlo, perché nel petto di ogni uomo che oggi è al suo posto, nel petto di ogni combattente che, serenamente, aspetta qualsiasi attacco, c'è questo sentimento profondo che è lì per qualcosa e viene da qualcosa; nel petto e nella mente di quell'uomo c'è il pensiero della sua patria; nell'opera che realizza la sua patria ci sono questi sogni, e ci sono tutti i sogni che abbiamo concepito.

E quegli uomini saranno sempre superiori a quelli che, senza ragione, senza portare niente nel cuore né nella mente, portando solo armi assassine, portando nient'altro che lo stendardo del crimine e dello sfruttamento dei popoli, portando nient'altro che lo stendardo con cui minacciano il progresso dell'umanità, portando nient'altro che lo stendardo con cui resuscitano i nazismi, portando nient'altro che lo stendardo con cui mettono in pericolo la pace del mondo, portando lo stendardo del male, del crimine, dell'abuso e dell'ingiustizia (APPLAUSI), dovranno affrontare gli uomini che portano lo stendardo della ragione che hanno il petto e la mente pieni di nobili ragioni per lottare che portano lo stendardo del bene; e che, pertanto, sapranno morire nei loro posti, sapranno avere molto più valore che gli aggressori; e perché, inoltre, sono nella loro terra!; sì, nel loro pezzo di patria! (APPLAUSI), difendendo quel pezzo della patria, e convertirsi in una cosa sola con lei, con la terra della patria; perché morire difendendo la patria, morire con un stendardo giusto inalberato contro quelli che c'aggrediscano senza nessuna ragione e guidati solo dall'ambizione ignobile e ripugnante, questo sarà sempre, per qualsiasi cubano, una gran gloria!; e per la patria, una gran gloria!; e per gli aggressori, un gran disonore, ed una gran sconfitta! (APPLAUSI.)

Noi denunciamo qui, responsabilmente, questi piani; noi neghiamo, categoricamente, la bugia criminale che inventarono per prendere in giro i governi dell'America Latina ed ottenere che facessero il loro gioco, perché, non si è parlato mai qui di “rampa di missili” e di missili, noi conosciamo solo il missile yankee che cadde sul territorio nazionale! (APPLAUSI.)

E è degno di analisi il fatto che gli stessi che pagano i terroristi; gli stessi che pretendono di inondare il nostro paese di esplosivi, di materiale infiammabile e di granate, gli stessi che non cancellano nemmeno la marca degli esplosivi del loro esercito che lanciano sull'isola; gli stessi che hanno facilitato loro le basi, dalle quali hanno realizzato aggressioni multiple contro il nostro territorio; gli stessi che quasi tutte le settimane lanciano armi con paracaduti o tentino di sbarcare le armi; gli stessi che stanno aggredendoci incessantemente, mettendo in pericolo la nostra sicurezza, violando il nostro territorio; gli stessi che, inoltre, hanno circondato una nazione di basi atomiche; gli stessi che, in tutto il mondo, in innumerabili nazioni, costruirono, sfacciatamente, basi atomiche puntate verso l'Unione Sovietica; gli stessi che hanno circondato una nazione di basi atomiche, vengono ora, per giustificare un'aggressione, ad inventare alcune rampe atomiche in un paese vicino. Cioè loro inventano per gli altri quello che hanno fatto con l'Unione Sovietica; loro inventano e costruiscono invece una menzogna che è, per loro, una verità in numerosi paesi.

E che cosa sarebbe stato del mondo se l'Unione Sovietica avesse ragionato allo stesso modo? Che cosa sarebbe successo se l'Unione Sovietica, quando gli imperialisti le hanno messo lì, nelle loro stesse frontiere, molto più vicino di noi, una base atomica, e quando le hanno messo dozzine di basi atomiche, avrebbero dovuto dire: “Di fronte ad un'azione tanto palesemente aggressiva, invadiamo quei paesi?” L'Unione Sovietica ha dovuto scrutare come era stata circondata di basi degli imperialisti; se avesse ragionato come l'imperialismo, il mondo si sarebbe visto avvolto in un'infernale conflagrazione; quella conflagrazione che il mondo vuole evitare, che tutti i governi onesti vogliono evitare che tutti i popoli vogliono evitare, e che gli unici interessati a non evitarla sono quelli che vedono che il loro mondo sta crollando; sono quelli che vedono che il loro impero crolla, sono quelli che si vedono condannati dal verdetto inappellabile della storia, sono quelli che vanno in una discesa irremissibile e giocano con la guerra, e costeggiano i limiti della guerra. Ed i popoli non vogliono la guerra, i governi onesti non vogliono la guerra, e noi non vogliamo la guerra; perché quello che noi vogliamo è usare tutta la nostra energia in opere come questa che ci ha riuniti qui questa notte (APPLAUSI); noi vogliamo vivere in pace, e noi proclamiamo questo desiderio davanti al mondo, con la stessa sicurezza con cui possiamo proclamare al mondo: i cubani, in caso di aggressione, lotteranno fino all'ultima goccia di sangue! (APPLAUSI.)

E, davanti all'imminenza del pericolo, quale è stata la reazione del nostro popolo? Qui si può apprezzare, e si è potuta apprezzare nel giorno di oggi, come, con un sorriso nelle labbra, e con l'emozione di quelli che inalberano una causa giusta, decine di migliaia di uomini prendevano le loro posizioni; decine di migliaia di giovani, con le loro batterie anticarro, antiaeree e di mortai (APPLAUSI), prendevano i loro posti; e l'Esercito Ribelle, con le sue colonne speciali di combattimento, i suoi carri armati pesanti e la sua artiglieria prendeva posizioni, serenamente, senza alterarsi, neanche se ci dicono che vengono i “poderosi marines" qui nessuno li aspetterà morto di paura bensì, in ogni caso, morto dal ridere! (APPLAUSI E RISATE), serenamente.

Questo popolo che ha tracciato il suo destino e lo porterà avanti, non si altera, né si spaventa, e neanche rinuncia alla sua allegria, e ride; e neanche abbandona la sua tradizionale emozione, la più grande, dal momento che il nuovo anno è anche un nuovo anno della Rivoluzione. Non si paralizzerà la produzione, perché il giorno 3, dopo la gran sfilata, quella sfilata dove parteciperà il popolo per dimostrare che non ha paura, dopo quel giorno, quando si apriranno le fabbriche ed i centri di lavoro, bisogna occupare i posti di decine di migliaia di uomini che sono nelle trincee, e che staranno nelle trincee fino allo stesso giorno 18 gennaio, finché sussista il pericolo della graffiata criminale e traditrice! (APPLAUSI); ad occupare i posti di quegli uomini, affinché nessun servizio si paralizzi!, affinché nessun centro di lavoro diminuisca il suo sforzo; anche le donne, ad occupare i loro posti nel lavoro, ad occupare il posto degli uomini che sono nelle loro posizioni, ed a fare quello che loro non possono fare. Dare una prova in più di quello che è capace la Rivoluzione, e tracciamo l'ordine affinché non si paralizzi un solo servizio, né una sola fabbrica; e tracciamo il proposito di andare ad occupare quei posti, affinché si veda quello che può fare davvero il popolo e quello che può fare davvero la Rivoluzione!; affinché queste misure che il dovere ed il senso della responsabilità ci hanno obbligati a prendere, non perturbino né intorpidiscano il resto dello sforzo, perché dobbiamo essere capaci di andare avanti su tutti i fronti.

Il popolo può compiere tutto; il popolo è capace delle gesta più straordinarie, ed i fatti lo stanno dimostrando. E quella che il nostro popolo necessitava era l'opportunità; quella che il nostro popolo necessitava era la Rivoluzione. E così si comportano i popoli rivoluzionari, ed i rivoluzionari.

Due anni fa, davanti al pericolo di quelli che avanzavamo con lo stendardo di una causa giusta, di quelli che avanzavamo con ragione, i servitori dell'imperialismo si riunirono qui nello stesso luogo per fuggire, vigliaccamente; davanti al pericolo di quelli che avanzavano, lottando per una causa giusta, loro si riunirono per darsi alla fuga. Ed oggi, il popolo e noi, inalberando una causa giusta, di fronte a quelli che, senza ragione, ci vogliono ostacolare il diritto di vivere in pace, ed a progredire, ed a sviluppare il nostro destino, non ci riuniamo qui per fuggire (APPLAUSI). Quelli che hanno la ragione non fuggono mai!; quelli che hanno la ragione sanno morire!; e quello che abbiamo fatto è riunirci qui per dire:

Patria o Morte!

Vinceremo!

(OVAZIONE)

VERSIONE STENOGRAFICA DEGLI UFFICI DEL PRIMO MINISTRO